Merendina confezionata, alimento nutriente o rischio per la salute?


Potrebbe essere utile passare in rassegna alcuni dei più comuni alimenti che si consumano ai nostri tempi, in particolar modo quelli più pubblicizzati i quali verosimilmente sono quelli più acquistati e consumati. Una premessa onesta da fare è quella di accostarsi agli alimenti senza alcun pregiudizio negativo, una cosa sicuramente vera è infatti che nessun cibo è dannoso in sé, ma può diventarlo se chi lo consuma si trova in condizioni fisiopatologiche particolari o se lo stesso ne fa un largo abuso.
Detto ciò viene da chiedersi come mai le merendine non godono di una buona reputazione e spesso sono accusate di essere la causa primaria dell'obesità infantile. Senza voler entrare nel dettaglio delle caratteristiche nutrizionali di ogni merendina, facendo una piccola verifica ai supermercati, leggendo bene i dati nutrizionali imposti per legge sulle confezioni, con carte alla mano, il dato che salta subito all'occhio è una quantità elevata di chilocalorie per grammo, un valore che va da 3 a 4,5 il che vuol dire che una merendina che pesa sui 45 grammi può contenere dalle 120 alle 200 K.cal una quantità di energia pari a quella fornita da un piatto di pasta aglio e olio di 70 gr. Capiamo subito che una merendina al giorno fornisce già un notevole apporto energetico ma non è raro sentire di ragazzi che le consumano in almeno 2 o più occasioni nell'arco della giornata.
Se vivessimo in un paese dove la malnutrizione è un rischio per gli adolescenti, questo alimento sarebbe un vero toccasana, in poco spazio e in un modo molto comodo e veloce può fornire una grande quantità di energia; ma come sappiano nei nostri paesi il problema è proprio l'opposto: i cibi sono il più delle volte ipercalorici e la vita sempre più sedentaria sopratutto tra le fasce più giovani non genera un dispendio energetico giornaliero sufficiente a smaltire quanto ingerito.
D'altro canto chi è consapevole di tutto ciò e vuole rispettare un regime calorico ridotto si trova ad affrontare uno sforzo sempre più grande che difficilmente può imporre ad un bambino. A tal proposito un consiglio utile per gestire una corretta alimentazione è quella di consumare i pasti ad orari prestabiliti; in questo modo si educa l'organismo ad avvertire fame solo in quei momenti della giornata in cui siamo disposti a colmarla con qualche spuntino. Molto spesso le merendine trovandosi sempre disponibili nelle nostre dispense vengono scartate e consumate velocemente senza tenere conto dell'orario o di cosa si è mangiato nei pasti principali, rendendolo un gesto quasi meccanico.
Un frutto fresco, un bicchiere di yogurt, latte e biscotti, due fette di pane con una modica quantità affettati o di formaggio, sono tutti alimenti che richiedono un minimo tempo di preparazione, il che favorisce una maggiore consapevolezza di ciò che si sta facendo, dando al gesto del nutrirsi la giusta importanza. Cibi che sicuramente non danno un apporto calorico superiore a quello che da la merendina confezionata, ma che producono senza dubbio un senso di sazietà più efficace.
Un ultimo appunto andrebbe rivolto alla disinformazione sul web. Mi riferisco in particolare al sito internet dedicato alle “merendine italiane” curato dall'Associazione industrie dolciarie italiane che col benestare di esperti medici dell'alimentazione assolve la merendina, neanche a dirlo, “con formula piena” descrivendola quasi come il miglior alimento per gli adolescenti. I dati snocciolati nelle interviste che possono essere visionati sono senz'altro veritieri, ma quasi sempre pieni di omissioni, è il vecchio trucco del mettere in luce il lato della medaglia che fa comodo. Un esempio su tutti: si dice che le merendine contengono una “discreta quantità di vitamine A, B1, B2, calcio e ferro” ma non si dice che queste “discrete quantità” sono in realtà una frazione di quelle fornite, a parità di calorie, ad esempio da un frutto fresco.
Insomma il buon senso generale che tende a sconsigliare le merendine ai giovani può essere condiviso e verificato da semplici osservazioni empiriche eseguite da chiunque sia disposto ad informarsi e scoprire cosa si nasconde dietro il prodotto di una ammiccante campagna pubblicitaria.

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